«Abbiamo accolto con favore, naturalmente, le parole del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, e del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, contrari al corteo nazionale di CasaPound, annunciato in città per il 3 novembre – Fabio Vallon, presidente del Comitato provinciale Anpi Trieste, commenta così la presa di posizione dei due rappresentanti istituzionali –. Evidentemente hanno percepito la preoccupazione di tantissimi cittadini, persone comuni che hanno a cuore il rispetto della Costituzione e dei suoi valori».
Sia Dipiazza sia Fedriga sono esponenti del centrodestra, il presidente di Regione è addirittura un leghista della prima ora: “Sono profondamente contrario a questo tipo di manifestazioni”, ha detto il sindaco triestino, colui che aveva criticato il manifesto della mostra “Razzismo in cattedra” organizzata al liceo Petrarca . Più esplicito, quasi un affondo il no di Fedriga: “ Non mi preoccupa una sfilata, a me preoccupa le negare i valori e i valori che sono rappresentati da chi ha lottato per la libertà e i diritti sono fondamentali”.
Vallon si era rivolto pubblicamente alle istituzioni preposte, chiedendo il divieto del corteo di CasaPound: « In decine mi hanno fermato per strada ringraziandomi per la lettera aperta che abbiamo inviato al primo cittadino, al questore e anche al rappresentante del Viminale», continua Vallon.
Solo due giorni fa a Trieste si è tenuta una delle iniziative più importanti promosse in città per ricordare il 18 settembre 1938, quando Mussolini annunciò l’approvazione delle leggi razziali. Proprio Vallon ha letto una lettera della senatrice Liliana Segre e il coordinatore regionale dell’Associazione dei partigiani, Dino Spanghero, ha letto i messaggi della presidente nazionale dell’Ucei Noemi Di Segni e poi quello della presidente nazionale dell’Anpi Carla Nespolo.
«È stata un’iniziativa molto partecipata e il corteo di CasaPound sarebbe un insulto ferale – prosegue Vallon – un’offesa profonda alla Trieste dove la Risiera di San Sabba testimonia ancora il prezzo pagato per il riscatto dal nazifascismo. Il rifiuto della popolazione è corale. Dunque mi auguro si passi dalle parole ai fatti».
Non si è finora sbilanciata infatti la rappresentante del Viminale: “Ci muoveremo nel rispetto della legge, dei cittadini e del buon senso “, ha solo detto il prefetto Annapaola Porzio.
Al momento, tuttavia, non si ha notizia di una richiesta formale delle tartarughe frecciate per sfilare il 3 novembre, «Abbiamo appreso tutti unicamente dell’annuncio fatto dal leader di CasaPound, Gianluca Iannone, attraverso la sua pagina Facebook», spiega il presidente dell’Anpi triestina.
“Un corteo che passerà alla storia per festeggiare la vittoria nella ‘Grande guerra” ha scritto il numero uno dei fascisti del terzo millennio Tre anni fa il corteo a Gorizia che richiamò migliaia di neofascisti fu annunciato sempre da Giannone e con le stesse modalità. Quella volta i neofascisti al motto di “Risorgi combatti e vinci” festeggiarono il centenario dell’entrata italiana nel conflitto “per ribadire che, oggi come ieri, alcuni italiani non si arrendono”.
«Se il corteo dovesse avere il via libera stiamo pensando a promuovere una grande manifestazione democratica – anticipa Vallon, la città è tutta con noi”. Anche la Chiesa, per voce del vicario episcopale Ettore Malnati, ha espresso un forte no a Casapound, insieme alle associazioni e ai partiti democratici del territorio.
Per di più il 4 novembre, in occasione della Festa dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze armate e della chiusura ufficiale delle celebrazioni nel centenario della Grande guerra, sarà a Trieste il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Pubblicato giovedì 20 Settembre 2018
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