In questa lettera aperta al Segretario nazionale Pd, il dirigente dell’Anpi Claudio Maderloni lo interroga in merito ad alcune stravaganti affermazioni del sindaco (Pd) di Predappio
Nei giorni scorsi è apparsa sulle pagina del Messaggero un’intervista di Mario Ajello al sindaco Pd di Predappio Giorgio Frassineti. Questi ha fra l’altro affermato: “Il fascismo (…) ha avuto tante facce, non solo quella tremenda degli ultimi anni”. “La marcia su Roma non fu un golpe, ma una manifestazione che portò, da parte del re, a dare l’incarico a Mussolini per un governo di coalizione. E poi vogliamo ancora negare il consenso che ebbe il regime?”. A questo proposito Claudio Maderloni, dirigente nazionale dell’Anpi, scrive la seguente lettera aperta al Segretario nazionale del Pd Matteo Renzi.
Egregio Segretario,
ritengo che dovrebbe insegnare un minimo di storia anche al suo sindaco di Predappio: egli, infatti, fa distinzione tra il periodo fascista finale e quello precedente, così da lasciare intendere che ce ne sia stato anche uno “buono”, fino a dire che la marcia su Roma è stata colpa del Re, in fin dei conti si è trattato di una scampagnata…
Matteotti assassinato, Gramsci trova la morte in prigione, i parlamentari sono arrestati, tutti i partiti sono dichiarati fuorilegge (tranne quello fascista), nuove leggi imbavagliano la stampa, i sindacati non fascisti sono dichiarati fuori legge, le Case del popolo e le Camere del lavoro sono chiuse; sono invece aperti i tribunali speciali con i poteri di diffidare ammonire e condannare gli imputati politici ritenuti pericolosi per la sicurezza del regime e contro le sue sentenze non era ammesso alcun ricorso.
Le bastonature, le persecuzioni, il carcere e il confino per i non fascisti, l’assassinio dei fratelli Rosselli, le guerre e le stragi in mezzo mondo, fanno parte della prima o seconda fase del fascismo?! Insomma era quello buono o quello cattivo?!
Fosse vissuto in quell’epoca, forse il Sindaco di Predappio sarebbe stato nominato “Podestà”, istituito nel 1926 con le leggi fascistissime in sostituzione di sindaco, giunta e consiglio.
Come possiamo definirlo il periodo del 1926? Buono o no?
E penso a mio padre che nel 1926 si è fatto due anni di leva militare nella Regia Marina a Taranto, in forza nella “Lista Nera”, tra camorristi, assassini, ladri e “politici”, ovviamente solo gli antifascisti, prevalentemente comunisti e anarchici…
Come dobbiamo valutarlo, buono o no quel periodo?
Poi sono venuti gli anni del carcere e del confino, la fame, la disoccupazione e l’emarginazione perché antifascista, così come per tanti antifascisti di ogni fede politica.
Come sistemiamo la questione nel ventennio, nel periodo buono o in quello cattivo? Perché il 1926 non è molto distante dal 1922, anno della scampagnata su Roma.
Claudio Maderloni, del Comitato nazionale dell’Anpi
Pubblicato giovedì 20 Luglio 2017
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