Sarà un museo diffuso tra le strade e le piazze di San Lorenzo, il quartiere di Roma bombardato il 19 luglio 1943. Il progetto SLUMM, San Lorenzo Urban Memory Museum, è stato presentato dalla sezione locale dell’ANPI e Yococu, un’organizzazione internazionale che si occupa di tutela di beni architettonici e archeologici. Una volta abitato soprattutto da famiglie operaie, il territorio oggi ospita migliaia di studenti per la vicina università La Sapienza, molti artigiani e numerose personalità della cultura e dello spettacolo. Così al posto di osterie e pastifici, tra i palazzi colpiti dalle bombe sono sorti bar, pub e locali divenuti meta della vita notturna capitolina.
«L’idea è coltivata da anni – spiega Giorgio Bisegna, Presidente della sezione ANPI (uscente, per la fase congressuale di tutta l’Associazione) – ma i fondi stanziati dalle istituzioni regionali e comunali vennero annullati dalle amministrazioni di centrodestra. Ora le condizioni ci sono e torniamo a sperare, confidando sulla sensibilità di enti pubblici e residenti».
Il Museo proporrà memorie itineranti nello spazio e nel tempo. Grazie alle nuove tecnologie, installazioni, segnalatori e itinerari dotati QRcode, con un touch sullo smartphone si potrà viaggiare nella storia antifascista precedente al regime, nel periodo del secondo conflitto mondiale e dell’occupazione nazifascista seguendo le grandi trasformazioni conosciute dal quartiere nel dopoguerra e nei decenni successivi.
Il centro dei percorsi espositivi sarà la Casa della memoria, attualmente un rudere, e l’open gallery sarà articolata tra i resti dei palazzi bombardati, le piazze e le strade dove la popolazione si riuniva e discuteva. Entrando in un locale alla moda in uno dei tanti laboratori artigianali e artistici si potrà scoprire, per esempio, che un tempo erano osterie, punto di ritrovo di oppositori alla dittatura, oppure fabbriche birra e pastifici dove si organizzò la lotta di Liberazione, si potranno ascoltare le voci dei testimoni raccolte e conservate finora nelle mediateche. Il progetto si doterà di una piattaforma web ed elaborerà laboratori dedicati alle scuole.
«Vorremmo coinvolgere le altre associazioni del quartiere, la rete degli artigiani e quante più persone e istituzioni possibili – conclude Bisegna –. Il progetto vuol trasmettere la lunga tradizione di memoria democratica di San Lorenzo, ma soprattutto offrire una bussola utile ai nostri tempi, per ragionare di beni comuni, difesa del lavoro e di diritti».
Pubblicato lunedì 7 Marzo 2016
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