Aveva protestato l’ANPI. Insieme al sindaco, alla giunta comunale, all’Arci e a tanti cittadini. Risultato: un ferito alla testa e due contusi per le manganellate della polizia, una città paralizzata, strade blindate e il frequentatissimo Borgo Ticino isolato. Di sabato sera, per consentire la parata di 200 militanti dell’estrema destra, richiamati da altre località della regione. Il 5 novembre scorso Pavia si è dovuta piegare a un corteo, autorizzato, di giovanissime “anime nere”. «Quanto accaduto è inaudito, un fatto senza precedenti. Un’intera città sotto scacco di un manipolo di fascisti dichiarati», commenta Tullio Montagna, già parlamentare, attuale coordinatore ANPI della Lombardia e cittadino pavese. I partigiani avevano provato a spiegare a prefetto e questore l’inopportunità di dare il via libera a un corteo organizzato in memoria di Emanuele Zilli, giovane esponente del MSI morto nel 1973, non vittima della violenza di quella stagione politica ma, è stato acclarato, caduto da un motorino. «Fino a poco tempo fa, i neofascisti – spiega Montagna – commemoravano la ricorrenza alla spicciolata, senza dimostrazioni eclatanti. Già l’anno scorso, invece, si erano presentati in formazione militare con teste rasate, anfibi, croci celtiche con un corredo di slogan fascisti, razzisti e xenofobi». I “camerati” del luogo non arrivavano alla dozzina, gli altri venivano da fuori, per loro Pavia era “città aperta”.
«La magistratura di merito, tuttavia, non aveva ravveduto nulla di illegale, ignorando i molteplici pronunciamenti della Corte di Cassazione. Quest’anno inoltre – continua Montagna – la recente saldatura di molte sigle dell’estrema destra con la Lega Nord ha imbaldanzito la galassia nera che, in mancanza di direttive chiare del Ministero degli Interni, ha alzato il tiro chiedendo e ottenendo dal prefetto di sfilare in corteo nel centro città, di sabato sera».
L’ANPI, l’Amministrazione comunale, le altre associazioni antifasciste hanno provato a proporre al prefetto, Erminia Cesari, soluzioni più ragionevoli. Niente da fare. Anzi, alla richiesta di autorizzare un presidio democratico, i partigiani si son visti confinare in una zona abitualmente deserta, quasi una provocazione. Per di più il percorso richiesto dagli estremisti di destra prevedeva una tappa nella piazza simbolo dell’antifascismo pavese, intitolata a Ferruccio Ghinaglia, dirigente comunista ucciso nel 1921, uno dei primi Martiri delle squadre della morte di Mussolini. I camerati erano in numero maggiore rispetto allo scorso anno, marciavano con passo marziale al ritmo dei tamburi. Attorno un silenzio spettrale.
«Col sindaco Depaoli, tutta la giunta, alcuni parlamentari e parecchi cittadini abbiamo ritenuto doveroso praticare la disobbedienza e dar vita a un presidio. Una scelta obbligata, nonostante la nostra associazione sia restia a iniziative non autorizzate – prosegue il coordinatore ANPI Lombardia –. Il resto è avvenuto per una cattiva gestione dell’ordine pubblico. La questura ha parzialmente deviato il corteo neofascista e ci ha ammassato in una strada adiacente, all’imbocco del vecchio Ponte Coperto. Poi siamo stati caricati due volte dalla polizia, a colpi di manganello e calci. Avevamo tutti le braccia alzate, per mostrare le nostre intenzioni non violente». In ospedale, ferito alla testa, è finito il professore universitario Paolo Cattaneo, 53 anni, ricercatore di Fisica all’ateneo pavese. Con lui altri due contusi, un diciannovenne e un trentenne.
Nella città allibita è stata chiesta la rimozione del prefetto ed è stata presentata un’interrogazione parlamentare (per di più, l’esponente presente al presidio, una donna, ha ricevuto minacce).
L’allarme è palpabile. La Lombardia sta divenendo crocevia europeo di sigle nostalgiche del Fϋhrer, dichiarate fuorilegge da altri Paesi europei.
«Le sedi Casapound e Forza Nuova e di altre sigle come Lealtà Azione sono ormai sempre più numerose, come le manifestazioni grandi e piccole di simpatia al fascismo tollerate da prefetture e questure – spiega Montagna –. A Sondrio chi ha protestato per l’esposizione di un busto di Mussolini con su scritto “Non morirà mai”, si è sentito rispondere che, non ostruendo la circolazione, non poteva essere rimosso. A Cantù è divenuta una tradizione per il sindaco concedere spazi pubblici per meeting di neofascisti europei».
E Milano, città Medaglia d’Oro per la Resistenza, si candida a divenire il luogo privilegiato dei raduni rock in chiave nazi. Il 19 novembre è in calendario “Europe awake”, organizzato dagli Hammerskin italiani, nati una trentina di anni fa da una costola del Ku Klux Klan e da “Blood & Honour” che ha per stemma la Totenkopf, il teschio che adornava le divise delle SS con dietro il Triskel, la svastica a tre gambe simbolo di una divisione delle Waffen SS. Come in altre occasioni, il luogo sarà top secret fino all’ultimo momento (nel 2015 hanno affittato un capannone a Rogoredo) ma sui manifesti dell’evento, affissi per tutta la città, sono annunciate le band di richiamo: gli Squadron dal Regno Unito, i Bliztkrieg e i Frontfuer dalla Germania, i Tors Vrede dalla Svezia oltre ai Katastrof (“Veneta è la razza, skinhead è lo stile, Fronte di guerra la nostra casa”, si legge sul loro sito) e altri gruppi italiani quali i Nativi e Nessun Pentimento. Una kermesse in grande stile dell’internazionale nera che attirerà i colleghi di Germania, Francia, Olanda e Inghilterra. Probabilmente, com’è d’uso, fiumi di birra accompagneranno i balli per iniziati.
«Dopo quanto successo a Pavia, saranno costretti a moderare ogni tentazione di prova muscolare pubblica», prevede Tullio Montagna. Sarà difficile però, a termine di legge, vietare iniziative in luoghi privati. L’ANPI di Milano col suo Presidente Roberto Cenati ha chiesto al Sindaco d’intervenire; la sollecitazione è stata accolta dal primo cittadino, Sala. La Digos vigilerà per verificare se, anche se all’interno di un esercizio aperto al pubblico, vengano adottati comportamenti non conformi alle leggi italiane e al dettato costituzionale.
L’ANPI Lombardia ha deciso di scrivere a tutti i prefetti e i questori della regione per ricordare o illustrare la legge italiana e le sentenze chiarissime della Corte di Cassazione sull’apologia di fascismo di Forza Nuova e Casapound. Ma l’ignoranza della storia è alleata dei fascisti. Su questi temi l’ANPI si è mossa presso le massime cariche istituzionali: ha portato in visione al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il documento sottoscritto da ANPI e Museo Cervi e si appresta a incontrare i presidenti di Camera e Senato e il Presidente del Consiglio.
«La Repubblica italiana non ha mai investito tempo e denaro in una scuola capace di trasmettere una narrazione reale e democratica del Ventennio. Una mancanza di conoscenza che riguarda i giovani magistrati e moltissimi parlamentari – testimonia Montagna –. Il ministero della Giustizia e degli Interni dovrebbero attivarsi, promuovere corsi sulla nostra legislazione e dare le giuste direttive a prefetti e questori». E sull’immigrazione, leva di consensi per l’estrema destra, al contrario di quanto si fa in altri Paesi europei, mancano iniziative per spiegare quanto sia prezioso il contributo degli stranieri alla nostra economia. Alimentando la paura irrazionale dei cittadini. «Purtroppo – conclude Tullio Montagna – di lavoro da fare ce n’è molto».
Pubblicato venerdì 18 Novembre 2016
Stampato il 21/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cronache-antifasciste/neofascisti-a-pavia-e-a-milano-la-lombardia-crocevia-della-galassia-nera/